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Palermo, residenza negata a un figlio di rifugiati. La Lega: “La responsabilità è solo di Orlando”

mercoledì 16 Gennaio 2019

“Sulla vicenda del figlio dei rifugiati che a Palermo ha difficoltà ad ottenere la residenza – afferma Igor Gelarda, capogruppo della Lega in Consiglio Comunale e responsabile siciliano enti locali del partito guidato dal vicepremier e ministro dell’Interno Matteo Salvini-  il sindaco Orlando non perde occasione di esercitarsi con l’attività politica di che gli riesce meglio, la speculazione, affibbiando ancora una volta colpe proprie ad altri, quando invece i problemi in città sono quasi sempre causati dalla sua cattiva amministrazione”.

Il riferimento è alla notizia del giovane di 18 anni figlio di rifugiati di guerra arrivati in Italia alla fine degli anni ’90, nato e cresciuto a Palermo e seguito dai servizi sociali del Comune, che rischia di vedersi negata la concessione della residenza virtuale pur avendo la ricevuta dell’istanza di richiesta di permesso di soggiorno.

“Un figlio di rifugiati cresciuto a Palermo ha diritto alla cittadinanza – dice Gelarda – . Il ragazzo è nostro concittadino, oltre ogni carta. Se Orlando non è in grado di impartire le corrette disposizioni ai suoi uffici, faccia autocritica e non cerchi nel ministro Salvini il capo espiatorio di tutto. Lo stesso primo cittadino palermitano dichiara che il decreto sicurezza nulla ha a che fare con l’immobilismo della sua amministrazione”.

“Tra poco, dopo avere dato la colpa dell’immondizia all’ex sindaco Cammarata, il Professore proverà a scaricare su Salvini pure questa responsabilità. Secondo Orlando e per una certa sinistra inconcludente, Salvini è causa di tutti i mali del mondo. Finiamola”.

“Ciascuno faccia il suo dovere senza cercare altri a cui addebitare le proprie responsabilità, magari l’Italia ripartirà più velocemente. Il sindaco Orlando faccia piuttosto un regalo ai palermitani e ai migranti – conclude Gelarda candidandosi a maggio alle elezioni europee. Avrà il sostegno di tutti per diventare parlamentare a Bruxelles, liberando per sempre Palermo da un primo cittadino ormai al tramonto, innamorato soltanto di sé stesso”.

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