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Saro, Vittorio e Vincenzo, quelli che… Non è l’Arena

lunedì 8 Gennaio 2018

Metti insieme una sera tre vecchi amici nel salotto di Giletti dove il populismo è sempre ben accetto e il buon senso è intermittente, e la Sicilia decide di farsi male da sola.

Una lunga puntata quella di ieri sera su La 7 della trasmissione Non è l’arena, condotta da Massimo Giletti dedicata in larga parte agli stipendi dei dipendenti dell’Ars dopo che è scaduto a dicembre il triennio di contributo di solidarietà dei dipendenti di Camera e Senato nonché a quelli dell’Assemblea Regionale Siciliana, che comporta l’abolizione del tetto massimo di 240 mila euro di stipendio annui.

Protagonisti del dibattito in studio l’ex presidente della Regione Sicilia Rosario Crocetta (Pd), Daniela Santanchè (FI), Vittorio Sgarbi, assessore regionale ai Beni culturali, la conduttrice de La7 Myrta Merlino e Vincenzo Figuccia, l’assessore ai Rifiuti del governo Musumeci che si è dimesso dopo meno di un mese dalla sua nomina.

Ad a aprire le danze è stato proprio Sgarbi: ”Miccicchè sul tetto degli stipendi è stato forse un po’ spavaldo e sbruffonesco, ma ha voluto dire, il tema non riguarda più noi, ma i sindacati, 11 tra Senato e Camera”. E poi per rompere il ghiaccio ha proseguito: “il vero politico disonesto è il politico incapace” e rivolgendosi all’indirizzo di Luigi Di Maio, vicepresidente della Camera, ha affondato  pesantemente i colpi: “Come si chiama quel balordo piccolino lì, non meriti 16mila euro… non conti un c… non vali un c…. – e ha proseguito– : “Se continuiamo con il vento dei 5stelle vogliamo un Paese povero”.

Ma lo show era ben lungi dall’esser finito: i toni si sono sovrapposti con Santanchè e Crocetta che si sono ripetutamente beccati a vicenda: “Sentire parlare un ex presidente della Regione di questa roba qua e di autisti che prendono molti soldi è veramente paradossale”, ha urlato Santanchè con Crocetta, più volte interrotto dalla parlamentare forzista, che ha replicato: “ma è un ossessione la sua quella di interrompermi quando parlo io, a chi mi devo rivolgere ad Amnesty international? Perché non sente lo stesso bisogno di interrompere Sgarbi quando parla?” e la Santanchè : “Perché lei ogni tanto dice cazzate”

Il livello si è alzato con difficoltà, anche perché la volontà di far chiarezza sull’argomento, tra adeguamento dell’Ars al Senato e confusione, più o meno creata ad arte tra Regione e Assemblea regionale siciliana, è stata poca.

Sul banco degli imputati è finita ad esempio la frase pronunciata dal presidente dell’Ars Miccichè: “il mondo ha dichiarato da tempo l’insuccesso del marxismo, stipendi tutti uguali non ce ne possono essere, chi merita di più deve guadagnare di più”. Ironico a questo punto Crocetta con relativa coda di applausi: “Certo, però scomodare il marxismo per stipendi da 400mila euro l’anno per segretari generali è un po’ troppo…”  con Giletti che ha poi chiesto a Figuccia:ma lei si è dimesso per questa frase? ”

Né sono mancati applausi e polemiche per lo stesso Vincenzo Figuccia: “nella vita arrivano dei momenti in cui puoi e devi fare delle scelte. Io sono sempre stato un uomo libero. Miccichè poteva porre lo stesso tema del tetto degli stipendi in maniera diversa”.

Sulla vicenda delle sue dimissioni, Figuccia ha proseguito: “Non mi faccio dire da nessuno lavorare e tacere, mi sono sentito isolato, questo sì” ed ha  poi citato la nomina dell’ex Segretario generale “Patrizia Monterosso di Palazzo d’Orleans condannata dalla Corte dei conti,  uscita dalla porta e rientrata dalla finestra, nominata da Miccichè direttore della Fondazione Federico II”.

Insomma, il più calmo e istituzionale ieri sera, eccezione fatta per l’attacco ai penstatellati, è stato proprio l’assessore Sgarbi, con Crocetta che ha fatto ritorno nel suo salotto preferito e la Sicilia, causa del sua mal, che può continuare a piangere se stessa.

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