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Sicilia maglia nera per la dispersione scolastica. Il 24 per cento degli alunni abbandona gli studi

sabato 1 Aprile 2017
scuola

La Sicilia è maglia nera per la dispersione scolastica. La dispersione scolastica da record penalizza il futuro delle giovani generazioni. Il dato è stato diffuso oggi dalla ong Save the children. Secondo il report “Futuro in partenza? L’impatto delle poverta’ educative sull’infanzia in Italia” il tasso di dispersione scolastica in Sicilia è pari al 24 per cento, in pratica un giovane su 4 sfugge alla scuola dell’obbligo.

I dati italiani sono leggermente migliori rispetto alla maglia nera siciliana. Oggi in Italia il 15% dei giovani tra i 18 e i 24 anni non consegue il diploma superiore o abbandona prematuramente ogni percorso di formazione. Un dato che – nonostante la percentuale si sia piu’ che dimezzata dal 1992 (38%) – posiziona il nostro Paese al quart’ultimo posto tra i paesi per numero di early school leavers, seguito solo da Spagna (20%), Malta (20%) e Romania (19%). E’ quanto emerge dal rapporto “, presentato da Save the Children in occasione del rilancio della campagna per il contrasto alla poverta’ educativa. Guardando ai dati delle singole regioni, i piu’ alti livelli di dispersione scolastica si registrano in Sicilia (24%) e Sardegna (23%), seguite da Campania (19%) e Calabria (16), mentre Friuli Venezia Giulia (7%), Umbria (8%), Veneto (8%) e la provincia autonoma di Trento (9%) presentano le percentuali piu’ basse in Italia. Veneto e Basilicata sono le regioni che hanno registrato i progressi maggiori nel tempo (una riduzione di ben 15 punti percentuali dal 2000 al 2015), mentre in Puglia e Campania il miglioramento e’ stato piu’ sostenuto rispetto alla media nazionale (13 punti in meno dal 2000 al 2015).

Altro punto dolente per l’infanzia in Sicilia è la mancanza di servizi pubblici. In Italia, solo il 13% dei bambini tra 0 e 2 anni riesce ad andare all’asilo nido o usufruisce di altri servizi pubblici per la prima infanzia. Tale percentuale si abbassa drasticamente in Calabria e in Campania, dove rispettivamente appena 1 e 3 bambini su 100 possono accedere al nido (contro il 26% in Emilia Romagna, la regione piu’ virtuosa in tal senso).

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