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Taormina: addio Naspi e niente reddito di cittadinanza, doppia beffa per gli stagionali del turismo

lunedì 10 Dicembre 2018
Pancrazio Di Leo e Salvatore D'Agostino
Pancrazio Di Leo e Salvatore D'Agostino

Dall’incubo della Naspi alla beffa del reddito di cittadinanza, Taormina si conferma l’epicentro della preoccupazione ma anche della possibile nuova protesta generale dei lavoratori stagionali del turismo siciliani. I lavoratori dell’intero comprensorio del primo polo turistico siciliano che, infatti, in questi giorni sono a casa, senza un impiego sino alla prossima primavera, e che dovranno affrontare un inverno difficile per loro e soprattutto per le proprie famiglie, rischiano infatti di andare incontro nel 2019 ad un’ulteriore batosta. A tre anni e mezzo di distanza dall’adunata generale di quel 15 aprile 2015 che vide scendere i lavoratori in piazza a Taormina (e a Milano e Roma) ancora una volta la Perla dello Ionio potrebbe diventare sede e “cuore pulsante” di una nuova presa di posizione contro la precarietà occupazionale ed economica.

I lavoratori del turismo, del commercio e dei servizi – spiega il segretario regionale aggiunto della Fisascat Cisl, Pancrazio Di Leo – stanno affrontando questa bassa stagione con estrema difficoltà e già ad inizio febbraio avranno terminato di percepire la Naspi. Siamo però di fronte ad un problema occupazionale e sociale che rischia di aggravarsi, visto che a quanto pare il Governo potrebbe decidere di eliminare la Naspi. A quel punto, nel frattempo, dovrebbe essere istituito il tanto discusso reddito di cittadinanza, al quale però i lavoratori del turismo – stando così le cose – non avranno nessuna possibilità di accedere. Le 780 euro sono un miraggio per i tanti lavoratori stagionali che, in sostanza, non rientrerebbero nella soglia del limite di reddito Isee 2019 di 9 mila 360 euro, poiché nei mesi lavorativi in cui saranno contrattualizzati supererebbero come percepimento complessivo tale quota. Inoltre, per chi detiene una casa di proprietà, l’importo che spetta con il reddito di cittadinanza scenderebbe a 500 euro, perché vengono detratte 280 euro di affitto ipotetico”.

“In sostanza, i lavoratori – aggiunge il segretario generale della Fisascat Cisl Messina, Salvatore D’Agostinorischiano di ritrovarsi senza più la Naspi e senza avere titolo a percepire il reddito di cittadinanza. Come potranno sopravvivere? Siamo fortemente preoccupati ma anche determinati ad opporci a questo scenario, anche prendendo in considerazione l’ipotesi di tornare in piazza per difendere i diritti dei lavoratori, che non vogliono la “carità” di queste indennità di disoccupazione e chiedono più dignità e più lavoro“.

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